Che cos'è il linguaggio inclusivo?

     by Inovar Autismo

L’uso del linguaggio può essere complesso, poiché è soggettivo, dinamico e in continua evoluzione. Il linguaggio inclusivo è quello che si concentra sulla persona in quanto individuo, piuttosto che sulle sue difficoltà/disabilità. Per quanto riguarda il linguaggio e le espressioni da utilizzare, è importante rispettare, ascoltare e imparare dalla comunità autistica.

Quando non si è sicuri di come identificare o rivolgersi a una persona nello spettro autistico, basta chiedere quali sono le sue preferenze. Anche se non possiamo generalizzare, vi lasciamo alcuni suggerimenti:

 

  • Alcune persone preferiscono usare un linguaggio che metta al primo posto la persona (persona nello spettro autistico), mentre altre percepiscono l’autismo come una parte intrinseca e imprescindibile di ciò che sono. In quest’ultimo caso, l’autismo viene accettato come totalmente interconnesso con l’identità della persona e non come qualcosa che può essere separato (persona autistica).

 

  • È bene considerare anche la necessità di eliminare alcune etichette come “alto funzionamento” e “basso funzionamento”. L’idea di basso o alto funzionamento può portare a una minimizzazione dei bisogni di supporto o a rendere difficile l’accesso al supporto. Etichettare una persona come ” scarsamente funzionale” implica che sia in qualche modo “inferiore” e pone l’accento solo su ciò che non è in grado di fare. Etichettare una persona come “ad alto funzionamento” può generare la convinzione che questa persona debba affrontare poche difficoltà e che quindi non abbia bisogno di supporto.

Un altro termine caduto in disuso è “Asperger”, poiché tutte le diagnosi attuali sono considerate parte dello spettro autistico.

 

  • Ci sono parole che si riferiscono alle persone autistiche, così come ad altri individui, che sono offensive e inaccettabili (incapace, disturbato…). Dovremmo anche evitare qualsiasi tipo di linguaggio che presupponga che un individuo con disabilità stia vivendo un’esperienza negativa (vittima di, portatore di, soffre di, affetto da…). Per le persone con disabilità, un ambiente o una circostanza possono costituire una barriera o una limitazione, quindi la disabilità/difficoltà si riferisce all’interazione con queste stesse barriere, che ostacolano il progresso della persona. Non è l’individuo stesso a costituire una barriera e quindi non è corretto usare il termine “disabile”.